Evoluzione del disturbo dell’immagine corporea

Photo©: The Times of India

Ci siamo ormai abituati a pensare che il classico disturbo dell’immagine corporea come noi lo conosciamo, consista nel vedersi grassi quando in realtà si è magri. Pensate dunque alla sorpresa che devono aver provato i ricercatori che hanno scoperto che negli USA esiste anche un disturbo esattamente contrario.

E quel che è peggio è che si va rapidamente diffondendo tra le donne americane!

Stiamo parlando di una recente ricerca condotta dall’Università del Texas che ha dimostrato che un quarto delle donne di origine indiana si vede più magra di quanto è in realtà!

Beh, è una buona notizia, direte voi, almeno ci saranno in giro meno donne a rischio-anoressia. Questo è vero, certo, ma il problema è che ci saranno in giro molte più donne a rischio-obesità.

Il fatto di percepirsi più magre della realtà fa sì che non ci si renda conto dello sviluppo del sovrappeso prima e dell’obesità poi. Lo studio, condotto su un campione di circa 2200 donne in età fertile ha dimostrato una percentuale di obesità del 52% con una percezione della medesima nettamente inferiore.

La spiegazione data dai ricercatori è stata che con il progredire dell’obesità nella società le donne si abituano alla normalità dell’essere in sovrappeso e ci fanno sempre meno caso.

Il problema aggiungo io, è che le donne sono di solito le responsabili della cucina di casa e pertanto se svilpuppano un simile disturbo percettivo lo trasmetteranno quantomeno ai loro figli e la cosa non è affatto rassicurante…

3 commenti
  1. anger
    anger dice:

    Ho visto il link pubblicato da Luna blu. La questione è puramente culturale e non diversa da quella che c’è in Europa. La differenza è che qui c’è la cultura del magro e in Mauritania del grasso.

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  2. anger
    anger dice:

    L’articolo pubblicato qui invece, è quantomeno curioso. Difficile immaginere che una persona si veda più magra di quello che veramente è. Non sarebbe male linkare le varie ricerche che sono state condotte.

    Rispondi

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