Quando l’Alzehimer si maschera da DCA
Image ©: Geralt@Pixabay
Oggi vorrei parlarvi di un sintomo che mima il quadro di un DCA senza esserlo e che rappresenta invece uno dei segni premonitori della malattia di Alzheimer, un tipo di demenza che si caratterizza per una serie di disturbi cognitivi e comportamentali e per un quadro neurodegenerativo che porta a morte prematura i pazienti che ne sono affetti.
Pochi lo sanno (e mi riferisco anche a molti medici non specialisti in neurologia) ma uno dei primi segni della malattia consiste in un cambiamento delle abitudini alimentari che può apparire talora paradossale. Pensate a un vegano che inizia a preferire le carni, o a una persona che tendeva a mangiare prevalentemente insipido che inizia ad aggiungere grandi quantità di sale e/o spezie, a un individuo intollerante al lattosio che iniza a nutrirsi di latticini o, ancora, a una persona che mangia in continuazione mentre prima aveva sempre osservato una rigorosa moderazione ai pasti.
Qual’è il motivo per cui si verificano questi sintomi? Pare che la motivazione sia da ricercarsi in una progressiva perdita del senso del gusto che può verificarsi tanto nelle fasi precoci quanto nelle fasi avanzate della malattia. A questo si deve poi aggiungere il deficit mnesico che fa sì che i pazienti perdano la memoria delle loro precedenti abitudini e/o preferenze alimentari, fino a dimenticarsi di avere già consumato un pasto e a sentire nuovamente la sensazione della fame.
A tutto questo si aggiunge il fatto che con il progredire della demenza le persone affette da Alzehimer possono dimenticare le regole della tavola, come l’uso delle posate, o gli orari dei pasti inizando così a nutrirsi negli orari più strani.
Dato che sarebbe importante che i pazienti affetti da questa malattia seguissero una dieta ricca in alimenti antinfiammatori e antiossidanti, è davvero importante che le persone che si prendono cura di questi pazienti siano al corrente di queste problematiche. Certo questo non servirà a cambiare radicalmente il loro destino ma sicuramente migliorerà la loro qualità della vita e potrà servire in alcuni casi ad arrivare a una diagnosi precoce.
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