Alimenti studiati a tavolino e trappole psicologiche

Photo©: MsMall

Forse lo sapete già, ma voglio dirvelo lo stesso.

Gli alimenti di provenienza industriale, quelli cioè che trovate preconfezionati nei supermercati, vengono sottoposti in fase di progettazione a sofisticate analisi, per studiarne le caratteristiche e trovare il modo di migliorarli.

In parole povere, gli alimenti industriali vengono “costruiti” in laboratorio per assecondare il piú possibile le preferenze dei consumatori (individuate dalle ricerche di mercato), in modo da indurvi a mangiarne di più.

Vi faccio solo qualche esempio partendo dalla colazione.

Il caffè solubile viene messo a punto da ricercatori-assaggiatori, alla ricerca del giusto equilibrio tra aroma, colore e sapore, tenendo conto anche della psicologia del consumatore.

Pare infatti, che l’amante del caffè associ il colore all’intensitá del gusto del caffè: piú è scuro, piú viene considerato forte.

2122932071_a0e477f12b_m.jpg Photo©: Behindtheglass

Proprio così. Esistono appositi laboratori nei quali si studia l’influenza del colore sulla percezione dei sapori da parte dei consumatori.

Gli alimenti vengono assaggiati con il colore alterato dalle luci: si è cosí scoperto che solo una persona su cinque riconosce il gusto di fragola in un alimento tinto di gallo. Non è incredibile? Per esempio, studiando le famose “lenti” di cioccolato ricoperte da una glassa colorata, si è poi scoperto che tra i bambini hanno piú successo quelle ricoperte di blu.

Le industrie alimentari sono attente a soddisfare anche le preferenze “acustiche” dei consumatori. Una volta appurato che gli acquirenti non gradiscono corn-flakes troppo “silenziosi”, la Nestlé si è messa al lavoro per per studiare il rumore prodotto dai corn flakes sotto i denti allo scopo di trovare il “crock” ideale.

Queste analisi vengono effettuate mediante il crostimetro: gli alimenti croccanti vengono cioè sbriciolati, ed il suono prodotto captato da un microfono collegato ad un computer ed analizzato.

2234945232_8176325a14_m.jpgPhoto©: Tuna Bites

I ricercatori dell’Universitá di Bristol sono invece giunti ad una formula matematica che descrive il modo in cui tè, caffè o cappuccino inzuppano un biscotto. In particolare si è trovata la spiegazione di una ben nota sensazione gustativa: il biscotto inzuppato è piú saporito.

E questo, ovviamente, ha permesso alle aziende dolciarie di confezionare dei biscotti sempre più irresistibili.

Potrei andare avanti per ore, ma volevo solo indurvi ad una riflessione.

Beppe Grillo direbbe: VI FREGANO!

Ed è proprio così. Studiano i modi per indurvi a mangiare di più e a rendere più difficile il fermarsi. E lo fanno in maniera scientifica.

Cominciate a intuire il legame con certi disturbi di cui parliamo in questo sito?

Beh, ricordatevelo la prossima volta che vi verrà una terribile voglia di abbuffarvi un pò…

7 commenti
  1. E82
    E82 dice:

    La globalizzazione ci frega un po’ in tutti i sensi..
    Non solo nella quantità
    Nella qualità non ne parliamo poi…
    Nei prezzi…
    Infatti la roba di qualità costa di piu’ xche’ quella di qualità scadente costa di meno xche’ gli imballaggi, la produzione, l’esportazione, il tutto all’azienda multinazionale in questione costa meno e paga anche meno i suoi lavoratori dipendenti
    e soprattutto frega pure i piccoli produttori sia italiani che non che invece magari hanno prodotti di alta qualita’ ma nn essendo grandi aziende o venendo dall’altro mercato (terzo mercato)pagano a caro prezzo l’esportazione dei beni anche di consumo…
    Insomma ci fregano in tutti i sensi..
    Eppure..beh..l’abbuffata dopo una giornata no è un controsenso ma al max a volte io cerco di farla cn prodotti biologici presi al discount, cosi’ mi sento meno in colpa verso questi meccanismi ma spendo relativamente meno
    e di me stessa invece..sti c…
    mmm…

    Rispondi
  2. NewMoon
    NewMoon dice:

    Oramai non mi sorprende più niente: la maggior parte delle cose che compriamo, dal cibo ai vestiti, sono prodotti che in un modo o nell’altro ci vengono presentati come indispensabili dai produttori di beni. Che si tratti di un cibo biologico o di un’automobile nuova che costa come anni e anni di lavoro, nella società dei consumi siamo sempre più vittime di un meccanismo che non ci consente di capire quali sono i nostri reali bisogni, di “ascoltarci” fino in fondo.
    Però il fatto che le industrie studino a tavolino i metodi per rendere i loro prodotti alimentari più appetibili rispetto ad altri per indurci a mangiarne di più non mi sembra correlato ai disturbi alimentari.
    Non so voi…ma io, durante le crisi bulimiche, tendo a mangiare di tutto. Il sapore dei cibi è l’ultima cosa a cui penso mentre mi abbuffo. E’ una corsa contro il tempo per riempire il vuoto che ho dentro, non importa con cosa. Che si tratti di un biscotto più saporito rispetto ad un altro o degli avanzi freddi della cena del giorno prima per me non fa nessuna differenza.

    Rispondi
  3. Emmedierre
    Emmedierre dice:

    Fabio quoto NewMoon. Quello che dici è interessante e l’ho sperimentato: io che ho conosciuto il latte vero, ora per me il latte è solo quello del tetrapack, mica quello “strano” delle mucche.
    Forse perchè non sappiamo ascoltarci, non sappiamo rallentare, non sappiamo fermarci senza farci prendere dal panico, la paura del vuoto, del nulla.
    Io basta. Mi sono rotto. Voglio imparare piano piano a farlo. Malamente, come un bambino che impara a gattonare, ma ne ho necessità, bisogno fisico, urgenza. Ora piano. Eccheccavolo!
    Lo so, scrivo in swaili, ma spero di parlare la vostra lingua e che voi mi capiate nonostante me.
    Baci a todos, Marco

    Rispondi
  4. Cinzia Zappa
    Cinzia Zappa dice:

    Ciao Fabio,
    non abbiamo messo noi questo link, deve essere uscito in automatico, adesso indago.
    Volevo cmq dirti che a riguardo avevo un bel pò di altre cose da dire, e anzichè postarle qui o “riprendere” il tuo interessante articolo ho preferito fare entrambe le cose, ma in maniera più “corretta”, cioè non fare un commento troppo lungo qui (cosa che sto peraltro facendo adesso 🙂 e postarlo di là.
    Spero che non ti sia spiaciuto!

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  5. Cri
    Cri dice:

    Queste parole mi fanno riflettere..è vero, quando inizio a mangiare biscotti e merendine confezionati, il rischio di stare male sale al 99%.
    Perchè darla vinta a chi si vuole arricchire sulla nostra ingenuità????
    Prenderò le dovute distanze da tali prodotti….poi vi farò sapere.
    Buona giornata a tutti.
    Cri

    Rispondi
  6. Anger
    Anger dice:

    Mi piacerebbe dire qualcosa in più sull’argomento, ma ora ho del lavoro da sbrigare e non faccio in tempo.
    L’articolo comunque non mi stupisce affatto e avevo già letto da qualche parte della dipendenza indotta da alcuni alimenti. se non ricordo male, si parlava di patatine.

    Rispondi

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