La grande mossa di VOGUE

Photo©: VOGUE

Si dice che invecchiando si tenda a diventare più rigidi, sordi, ciechi, e alle volte anche un pò cinici. Può darsi quindi che tutto questo stia accadendo anche a me senza che io me ne renda conto.

Ma certo è che l’ultima trovata di VOGUE mi fa quantomeno sorridere. A che cosa mi riferisco? Beh, credo saprete tutti che da qualche settimana la nota rivista di moda ha iniziato una campagna contro i siti Pro-Ana.

La moda è sempre stata incolpata di essere una delle cause principali e questo impegno è invece la dimostrazione che la moda si mette in gioco in prima linea per combattere l’anoressia“. Udite, Udite!

E’ quasi commovente…Perchè per un attimo distrae l’attenzione del lettore di VOGUE dalle pagine della rivista dove campeggiano decine e decine di fotografie di modelle dal BMI minimalista le quali, stando a decine e decine di studi sui fattori predisponenti i DCA, sono più sono molto (ma mooolto) più responsabili dello sviluppo del pensiero anoressico nelle adolescenti che non la presenza in rete dei siti Pro-Ana.

Ma fa gioco alla redattrice di VOGUE citare uno studio americano che usando metodi di valutazione che considerare ingenui è dire poco, definisce i siti Pro-Ana come “molto pericolosi”.

Che alla redazione di VOGUE non siano esperti in epidemiologia sanitaria è comprensibile, ma perdonatemi se vi dico che questa operazione puzza di marketing lontano un miglio.

Non fraintendetemi, tirare l’acqua al proprio mulino è un diritto costituzionale, ma c’è modo e modo…Vogliamo citare la campagna pubblicitaria della DOVE? Parlo di una multinazionale che ha avuto il coraggio di modificare tutta la sua strategia di marketing per cavalcare lo stesso argomento. Andate un pò a vedere il loro sito, se volete capire che cosa intendo.

Se VOGUE (e il mondo della moda) volessero davvero fare qualcosa per: “schierarsi in prima linea per combattere l’anoressia“, basterebbe loro non accettare più di pubblicare fotografie che ritraggono modelle emaciate nelle loro pagine.

Ma se questo non accade, evidentemente un motivo c’è…volete provare ad indovinare qual’è?

E perdonatemi il cinismo…

11 commenti
  1. yris
    yris dice:

    purtroppo non è cinismo ma pura realtà. purtroppo il marketing oggi usa strategie sempre più manipolative, tecniche di persuasione o distrazione subliminali. e purtroppo non lo fa solo il marketing.
    stiamo “allevando” una società ammalata.
    l’invito è a reagire, con tutti i mezzi. l’invito è a dire NO!
    a far sentire le propria voce

    Rispondi
  2. Fabio Piccini
    Fabio Piccini dice:

    Ragazze devo richiamarvi al contegno.
    Il turpiloquio non è comunque elegante.
    Però è vero che il “marketting” non ha più limiti e si ciba anche della sofferenze altrui…

    Rispondi
  3. Alessandra
    Alessandra dice:

    Neanche a me è piaciuta la mossa di Vogue. Sa davvero di marketing. E la Sozzani nell’intervista non mi è parsa per nulla empatica, come se avesse imparato un discorso (tra l’altro infarcito di luoghi comuni) a memoria. Che tristezza. Per non parlare dell’intervista sulla rivista A o Donna Moderna, non ricordo. Lei che elenca ciò che mangia quotidianamente, cioè ovviamente schifezze di ogni tipo e indovinate un po’?…Confessa di non fare assolutamente nessunissima attività fisica ma di essere magra perchè “miracolata” ad avere un gran metabolismo…Viva la coerenza, complimenti, non c’è che dire:-(((

    Rispondi
  4. Ilaria
    Ilaria dice:

    Premetto che non ho mai acquistato riviste di moda: oltre a non essere attratta dall’argomento, ritengo che spendere minimo 3 euro per 200 pagine (di carta patinata, quindi non riciclabile per giunta), di cui 180 di pubblicità, sia un furto. Ma almeno lì si sa dove si va a parare. Credo che siano molto più pericolose quelle riviste da cui non ci si aspettano messaggi di tal genere, ad esempio quelle rivistucole di programmi tv che ogni tanto propongono le “diete dei vip”. Tipo: perdi 3 kg in una settimana con la dieta del melone! E certo che perdi peso, ma perdi anche la salute, oltre che il lume della ragione. Vogliamo far passare sotto silenzio queste istigazioni all’anoressia? Certo che no! Boicottiamo tutte le pubblicazioni che contengono diete fai-da-te!!

    Rispondi
  5. Chiara*
    Chiara* dice:

    Proprio oggi in palestra ho preso in mano una di quelle riviste… ViverSaniEBelli.
    E in copertina troneggiava la fotografia di una ragazza palesemente, obiettivamente e sconvolgentemente anoressica. Di una magrezza inguardabile.
    Davanti ad immagini del genere come si può non rimanere demoralizzati?
    Una persona che non ha disturbi alimentari può anche non farci caso, ma chi invece soffre di queste malattie e si vede sbattere in prima pagina immagini di ragazze sull’ orlo della devastazione, con tanto di slogan all’ articolo “magra e bella subito senza fatica!” cosa deve pensare?
    Ma tanto a che serve indignarsi e arrabbiarsi? E’ questo che vuole la società a quanto pare.
    E Vogue, come tutte quelle belle riviste patinate, non è da meno.

    Rispondi
  6. Fabio Piccini
    Fabio Piccini dice:

    Però VOGUE ha evidentemente dei bravi consulenti di MarkeTTing.
    La notizia della sua iniziativa è stata abilmente studiata per gettar fumo negli occhi ai sempliciotti e già vedo persone entusiaste di queata iniziativa.
    Chi non sa nulla dei fattori predisponenti i DCA crede davvvero che VOGUE stia facendo un’operazione “umanitaria”.
    Per questo sono indignato.

    Rispondi
  7. PAUL DE GRAUVE
    PAUL DE GRAUVE dice:

    Caro Fabio,

    eh si ! questa operazione è marketing allo stato impuro.
    Ti do qualche notizia in più.
    La mia redazione è stata consigliata di aderire all’iniziativa di Vogue da una email informale con questo tenore :

    ———- ———-
    Da: Barbara XXXXXX
    Date: 18 marzo 2011 12:30
    Oggetto: Vogue.it lancia una campagna contro i siti pro-ana
    A: [email protected]

    Ciao Magdalena,

    ti contatto per segnalarti un’iniziativa lanciata oggi da Vogue Italia che spero possa trovare il tuo interesse e il tuo sostegno.

    Tramite il suo blog Franca Sozzani ha lanciato una campagna di raccolta firme contro i siti “pro anoressia”, che spingono i giovani (e anche giovanissimi: l’età in cui si manifestano i primi sintomi di anoressia si abbassa sempre di più) a una competizione distruttiva sulla loro forma fisica.

    Leggendo che oggi si incolpa Facebook come causa principale dell’anoressia,il Direttore ha svolto un’accurata ricerca e ha deciso di avviare questa battaglia a nome di Vogue Italia. “Questo impegno” ha dichiarato Franca Sozzani “è la dimostrazione che la moda si mette in gioco in prima linea per combattere l’anoressia”.

    L’obiettivo della raccolta firme è quello di presentare un progetto di legge che porti alla chiusura di questi siti.

    Ti invito quindi ad aderire, a firmare in prima persona e a diffondere l’iniziativa tra i tuoi lettori:
    http://www.vogue………….

    ——fine————————————————————————————————

    Parte del punto nostro di vista personale è espresso in questo articolo http://www.modeyes.com/?p=9163

    La battaglia contro queste malattie è sicuramente da sostenere, ma sull’argomento Vogue.IT le perplessità ci sono perchè :

    1) la email che arriva in redazione arriva da una collaboratrice di Hagakure che è UN’AGENZIA PER LE INTERNET PR !!
    2) Si sa oggi fare visite sui giornali online di moda è complicato e la concorrenza delle blogger ventenni è accanita… quindi bisogna sempre inventarsi qualcosa
    3) per firmare la “petizione” bisogna Iscriversi sul sito Vogue.it migliaia di preziosi dati incamerati gratis o quasi, e visite in aumento con buona pace degli inserzionisti pubblicitari ma lo si fa in favore di VOGUE ITALIA: “FERMIAMO I SITI PRO ANORESSIA”… cioè non ABA : “FERMIAMO I SITI PRO ANORESSIA” ma in favore di VOGUE ITALIA etc etc

    Mi domando, visto che a scrivere l’articolo, manco è stata la stessa Sozzani ma la presidentessa di una associazione contro i DCA, perchè vogue non ha sponsorizzato l’associazione e la tecnologia nel loro sito per raccogliere le firme? L’associazione poteva essere patrocinata da VOGUE.IT e credo tutto si sarebbe svolto in maniera più elegante e corretta.

    Purtroppo l’argomento è serio e cmq vale la pena promuovere il dibattito, anche se non si è il “GOTHA” del giornalismo di moda…

    Buon lavoro Fabio e modeyes.com è pronto ad accogliere i tuoi interventi se lo desideri.

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *