Leggi populiste. L’esempio francese

Photo©: Ariel Elizabeth

Gavin DeBecker, consulente alla sicurezza nazionale della Casa Bianca U.S.A. ha detto una volta che le leggi si dividono in due tipi: quelle che vengono fatte per risolvere i problemi e quelle che vengono fatte per far mostra di risolvere i problemi.

Così, la Francia (che può oggi vantare addirittura una ex-mannequin come first-lady) dichiara guerra all’anoressia.

Quest’oggi, l’Assemblea Nazionale ha approvato, in prima lettura, una proposta di legge che reprime l’incitamento all’ anoressia, anche su Internet, stabilendo pene che possono arrivare fino a due anni di prigione e a 30.000 euro di multa.

E la pena massima potrà salire a tre anni di prigione e 45.000 euro di multa se “la provocazione a ricercare una magrezza eccessiva ha comportato la morte della persona interessata“.

Il testo, se sarà definitivamente approvato al Senato, permetterà di sanzionare anche i siti Internet ‘Pro-Ana’ (pro anoressia), di cui abbiamo già trattato in un precedente post.

La legge, che è stata votata solo dai deputati dell’Ump e da una deputata socialista, è stata definita, dai deputati dei gruppi socialista e comunisti-verdi, una “esibizione, il cui unico approccio è quello della repressione“.

1792543829_f510cf6f79_m.jpgPhoto©: Ariel Elizabeth

La proposta di legge è stata illustrata da Valerie Boyer, deputata del partito di maggioranza Ump. “Di fatto certe persone incitano direttamente o attraverso i mezzi di comunicazione – riviste, internet, tv – le persone a privarsi di cibo per diventare eccessivamente magre“, ha osservato la Boyer.

Riuscite ad immaginare un giudice francese che accusa i signori Dolce e Gabbana, o il signor Lagerfeld (tanto per fare due nomi di stilisti a caso) di incitamento all’anoressia a causa delle campagne pubblicitarie da loro pagate per pubblicizzare sui media i loro prodotti?

In Francia l’anoressia colpisce fra le 30.000 e le 40.000 persone, il 90% delle quali donne: i picchi di insorgenza del problema sono situati intorno ai 12-13 anni e ai 18-19 anni, con un tasso di mortalità che è del 5,6% entro 10 anni e del 20% nel lungo termine.

E’ ovvio che una legge contro la libertà di stampa (perchè di questo in fondo si tratterebbe), non ha nessuna possibilità di essere approvata in Francia, paese liberista per eccellenza.

Ed è anche ovvio che, pure qualora venisse approvata, questa legge non influirebbe in alcun modo su questi numeri, ma in compenso procurerebbe un bel pò di nuovi voti ai politici che l’hanno proposta; può quindi essere definita a pieno titolo una bella proposta di legge inutile e populista.

5 commenti
  1. Luna
    Luna dice:

    Ma invece di accusare chi scrive su internet, perchè non accusare quei genitori che hanno figli di 9 10.. 11…12 anni che navigano in rete da SOLI???
    lo trovo assurdo! guardate meglio i vostri figli, cavolo!
    Non è possibile che i genitori in primis se ne fregano! tanto i figli stanno al pc a leggere e stanno tranquilli!
    Ma dai vergogna!
    Avrei molto da dire in merito, ma mi fermo qui per non eccedere.
    Grazie.
    Luna

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  2. Fabio Piccini
    Fabio Piccini dice:

    Potremmo anche chiederci: perché invece di accusare chi scrive delle proprie esperienze anche se magari in un sito definibile come Pro-Ana, non accusare tutti coloro che per anni hanno fatto il lavaggio del cervello a due generazioni di donne proponendogli la taglia XXS come un oggetto del desiderio?!?
    Non sono certo stati i siti Pro-Ana a convincere le donne che la magrezza estrema era un segno di bellezza interiore.
    Io, per esempio, comincerei con l’accusare gli stilisti.
    Diamola a loro la galera e la taglia di 45mila Euro!
    Ma, guarda caso, quelli non li tocca mai nessuno…

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  3. Giuseppina
    Giuseppina dice:

    Non credo ai divieti, al silenzio, al bene dell’occultamento. Credo nella parola, nel confronto, nella comunicazione. Credo anche nella guida e nella capacità di leggere, contestualizzare e dare spiegazioni.
    Ho letto cose dolorossissime in questo come in altri blog molto delicati che un po’ per professione, un po’ per vicende personali, molto per curiosità, mi diletto a seguire.
    Raramente a partecipare come faccio e ho già fatto in questo caso.
    Credo dunque dottor Piccini che la sua costante presenza, la sua capacità di analisi e di conforto, la sua tenacia nel consigliare di chiedere aiuto a persone esperte e competenti siano l’unica possibile garanzia.
    Confido con inguaribile ottimismo sul fatto che le parole abbiano un significato almeno in un testo di legge.
    Incitamento significa una cosa ben precisa assolutamente estranea a un blog come questo dove nessuno è lasciato solo, dove nessuno può scrivere cose assurde senza essere chiamato a darne conto.

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  4. Fabio Piccini
    Fabio Piccini dice:

    Cara Giuseppina,
    la mia preoccupazione in merito alla legge francese non è riferita a siti come il nostro, che certo è ben lontano da qualsiasi sospetto di incitamento ai DCA.
    La mia preoccupazione si basa sulla moda di criminalizzare come sempre il soggetto più piccolo. Quello meno pericoloso. Quello che non si può difendere…
    Non sarebbe né la prima né l’ultima legge emanata da uno stato che si dimostra forte con i deboli e debole coi forti.
    L’anoressia si vince con interventi psico-sociali di vasta portata, non con la limitazione delle libertà costituzionali.
    Io credo che chiunque abbia il diritto di esprimere il suo pensiero come pure che chiunque abbia il diritto di discuterlo e di confutarlo, ma sempre purché il dialogo si svolga nell’ambito di un confronto libero e democratico.
    Le leggi proibizioniste mi hanno sempre preoccupato.
    E quel che è peggio non sono mai servite ad alcunché.
    La storia ce lo insegna…

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