Pregorexia? Che cos’è
Photo©: DietBlog
Da un paio di anni il termine è comparso sui news-magazine anglosassoni.
Da noi è pressocchè sconosciuto (anche perchè nessuno ha ancora trovato una traduzione decente).
Contiene tutti i post riguardanti anoressia
Photo©: DietBlog
Da un paio di anni il termine è comparso sui news-magazine anglosassoni.
Da noi è pressocchè sconosciuto (anche perchè nessuno ha ancora trovato una traduzione decente).
Io lavoro alla Rai, faccio la regista. Detto così sembro chissà chi, in
realtà sono solo una delle tante ragazze che lavora lì.
Un anno fa andai a girare un servizio su alcune ragazze anoressiche e bulimiche e in
quell’occasione capii di voler fare qualcosa di più.
Graphics©: Veggie
E Brava Veggie!
Anche dal nostro blog cominciano a venire idee nuove. Questa nuova versione dei dieci comandamenti Pro-Ana è bella e originale.
“…5 chili di merda. Non chiedo tanto, puttanaeva. È possibile che solo io non ci riesca?! Giuro, 5 chili. 5 chili mi separano dalla felicità…”
(18 anni, 1.65 m, 41 kg)
EDNOS è un acronimo, una parola cioè che è formata dalle iniziali di altre parole che compongono una parola nuova.
In questo caso: Eating Disorder Not Otherwise Specified, ovvero: Disturbo Alimentare Non Altrimenti Specificato.
Photo©: Belljar
Cara anoressia, ti scrivo…
Così potrebbe cominciare una lettera scritta alla vostra malattia. L’avete mai fatto?
Sì, intendo dire proprio questo, scriverle una lettera. Proprio come la si scriverebbe ad una persona vera.
“…La mia esperienza con l’autoritratto è nata per caso, almeno apparentemente.
Lavoravo come modella, ed ero abituata ad essere ritratta e a guardarmi attraverso gli occhi di altri.
Foto volutamente perfette, dove il corpo doveva evocare l’idea del bello e suscitare il desiderio di avere un certo abito o una certa macchina, doveva vendere cioè una suggestione.
Photo©: Istituto Ciechi Milano
Completamente al buio, sì. Accompagnati ai tavoli da guide non vedenti e serviti da camerieri ciechi.
Sembra una follia, e invece accade ogni secondo mercoledì a Milano, in pieno centro.
“…lo odio, ma ormai è dentro di me e devo decidere cosa fare di lui che mi è rimasto dentro.
Chi è stato lui per me? Dove stava il buono? Il mio amore per lui era reale? La mia gratitudine ha un fondamento?
Queste sono le domande cui devo ancora dare una risposta.
“La volta che il mio terapeuta mi regalò un corto kimono di seta rossa, delicatamente avvolto in carta profumata, sapevo a cosa stavo pensando.
Sapevo che era un attillato kimono di seta. Ma era il mio terapeuta che me lo stava regalando. Se il kimono era sexy, allora la nostra relazione era veramente illecita, e lui quindi era mentalmente poco equilibrato.