Contiene tutti i post riguardanti anoressia

Anoressia + Antidepressivi SSRI = Osteoporosi

Photo©: BikWido

E’ noto a tutti che uno degli effetti collaterali più gravi dell’anoressia è costituito dall’osteoporosi, una forma di rarefazione ossea che aumenta la fragilità delle ossa ed il rischio di fratture patologiche.

L’osteoporosi, che in condizioni normali è un problema che affligge di solito donne anziane in età post-menopausale, nel caso dell’anoressia pare essere legata alla menopausa funzionale indotta dalla malattia (che tipicamente include tra i suoi sintomi anche la sospensione del ciclo mestruale). Proprio a causa di questo problema, si è soliti consigliare alle pazienti che soffrono di anoressia da più di due anni, di sottoporsi a uno screening diagnostico per l’osteoporosi mediante l’esecuzione di una densitometria ossea.

In questi ultimi mesi, una nuova allarmante notizia rimbalzata sulla stampa medica, aumenta improvvisamente la posta in gioco del problema.

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Pro-ANA. Non è un virus informatico!

Photo©:Pro Ana (dot) US

Pro-Ana (abbreviazione per Pro-Anoressia), è un termine che fu coniato una decina di anni or sono per identificare una serie di siti Internet che sembravano promuovere l’Anoressia e la Bulimia (Pro-Mia) come una scelta ed uno stile di vita e avevano lo scopo di permettere alle persone che soffrivano di anoressia di entrare in contatto tra loro.

Il fenomeno giunse all’attenzione dei media intorno al 2001 e fu subito (mal) interpretato come un modo per fare proseliti e per creare un movimento a favore dell’anoressia. La notorietà non tardò pertanto ad arrivare. E con questa anche i giudizi trinciati sommariamente tanto dagli opinionisti come pure dalla gente comune.

A seguito di questa attenzione mediatica le visite ai siti marchiati come Pro-Ana e Pro-Mia si moltiplicarono e questo portò, allo stesso tempo, sia effetti positivi che negativi.

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La triade patologica dell’atleta di sesso femminile

Graphics©: Coolsvstar650

Detto così non è altro che una brutta traduzione dell’inglese: The Female Athlete Triad, ma il concetto che questa definizione esprime emerge chiaramente lo stesso.

Stiamo parlando di una sindrome recentemente descritta in atlete di sesso femminile (da qui il nome) che in breve tempo si è conquistata una grande notorietà nel mondo dello sport professionistico.

Ma procediamo con ordine.

E’ noto da molto tempo che la struttura di personalità che predispone una donna ad emergere nel mondo dello sport professionista pare predisporla anche a contrarre un disturbo del comportamento alimentare.

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The Calorie Restriction Society

Graphics©: Calorie Restriction Society

Può la restrizione delle calorie aiutarvi a vivere più a lungo?

Il progetto di ricerca della Calorie Restriction Society vi può aiutare a scoprirlo!

La Calorie Restricting Society è un gruppo di entusiasti che conta attualmente circa duecento iscritti che fanno riferimento al suo sito web.

Scopo degli iscritti è di diminuire il consumo quotidiano di calorie nella speranza di vivere più a lungo.

Facendo riferimento ad una serie di ben noti studi scientifici eseguiti su ratti e topi (vedi il grafico di cui sopra), che paiono dimostrare questa teoria, la maggior parte di loro ha scelto di diminuire il consumo quotidiano di cibo del 25% mantenendo però intatte tutte le percentuali di proteine, carboidrati, lipidi, vitamine e oligoelementi necessari per una dieta nutriente.

Quindi il loro modo di alimentarsi è ben diverso da quello delle persone sofferenti di anoressia. Eppure…

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L’anoressia è una malattia psichiatrica

Photo©: Oliviero Toscani

L’anoressia è una malattia psichiatrica! (e non ha niente a che fare con la moda…).

Questa almeno, è la “rispettabile” opinione degli stilisti Dolce e Gabbana.
La presente dichiarazione è stata rilasciata ad un newsmagazine femminile nel corso delle ultime sfilate milanesi e sintetizza efficacemente i nuovi ordini di scuderia impartiti dagli imprenditori della moda ai press agent e ai loro portavoce.

La nuova teoria dice infatti che le modelle magrissime che sfilano in passerella oggi, sono naturalmente magre e non soffrono di alcun disturbo alimentare. Basta quindi accusare la moda di essere concausa delle malattie psichiatriche!

Questo spiega probabilmente perché fino ad oggi nessuna azienda del settore abbia sentito il bisogno di sponsorizzare campagne pubblicitarie di sensibilizzazione (o interventi di psico-educazione) su questi problemi, anziché sponsorizzare regate, scuole di sci, mostre d’arte, etc.

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