Come riconoscere un Disturbo Alimentare Atipico
Oltre ai disturbi alimentari più noti — come Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating) — esistono altre forme cliniche meno definite, ma altrettanto significative: sono i Disturbi Alimentari Atipici. Si tratta di quadri che non soddisfano tutti i criteri richiesti per una diagnosi formale, ma che comportano comunque un disagio psicologico e fisico rilevante.
Che cos’è un Disturbo Alimentare Atipico?
Un disturbo alimentare atipico si manifesta quando una persona presenta alcuni, ma non tutti i sintomi tipici dell’anoressia o della bulimia. Per esempio, se una persona rispetta tutti i criteri diagnostici dell’anoressia ma mantiene ancora il ciclo mestruale, si tratta di un disturbo atipico.
Anche in caso di abbuffate occasionali seguite da vomito autoindotto, senza che questi episodi siano frequenti o persistenti nel tempo, possiamo trovarci di fronte a un disturbo del comportamento alimentare non specificato.
Sintomi e segnali da non sottovalutare
- Preoccupazione costante per il peso corporeo
- Oscillazioni dell’alimentazione (restrizione, abbuffate, vomito)
- Comportamenti compensatori saltuari (uso di lassativi, digiuni, esercizio eccessivo)
- Autostima basata sull’aspetto fisico e sul controllo del peso
Anche in assenza di una diagnosi formale, questi comportamenti possono generare gravi conseguenze psicologiche e fisiche, influenzando negativamente la qualità della vita.
Quando sospettare un disturbo atipico
Se ti ritrovi a passare gran parte del tuo tempo pensando al peso, a evitare situazioni sociali per paura di mangiare o a sentirti in colpa dopo un pasto, potresti soffrire di un disturbo alimentare, anche se non classificabile in modo “canonico”.
Ricorda: la gravità del disturbo non si misura solo con i criteri diagnostici, ma con il livello di sofferenza e il grado in cui condiziona la tua vita quotidiana.