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DCA e disturbi della personalità

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Esiste un legame complesso tra i disturbi alimentari (DCA) e i disturbi della personalità. Un legame che spesso viene sottovalutato anche da clinici esperti e che è responsabile di molti insuccessi terapeutici.

I disturbi alimentari non sono solo una questione di dieta, peso o immagine corporea. Dietro questi comportamenti si celano spesso dinamiche psicologiche profonde, tra cui veri e propri disturbi della personalità. Ma in che modo questi due mondi si intrecciano?

Chi soffre di un disturbo della personalità tende ad avere un’immagine di sé instabile, difficoltà nelle relazioni e modalità di pensiero disfunzionali. Questi stessi aspetti emergono anche nei disturbi alimentari, rendendo il legame tra le due problematiche particolarmente forte. Alcuni studi dimostrano che fino al 50% delle persone con anoressia, bulimia o disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder) presenta anche un disturbo di personalità. Ma quali sono le correlazioni più comuni? Vediamole in ordine di frequenza esaminando per ciascuna i possibili punti di contatto con i DCA.

Disturbo Borderline di Personalità (DBP): l’impulsività, l’instabilità emotiva e il senso cronico di vuoto possono manifestarsi con abbuffate seguite da condotte compensatorie (vomito, digiuno o eccessivo esercizio fisico). Chi soffre di DBP spesso usa il cibo come mezzo per regolare le proprie emozioni.

Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (DOC): il perfezionismo rigido e il bisogno di controllo possono portare a diete estreme e schemi alimentari rigidissimi, favorendo disturbi come l’anoressia nervosa restrittiva.

Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP): l’ossessione per l’immagine e il desiderio di approvazione possono alimentare comportamenti alimentari disfunzionali, come restrizioni severe o episodi di abbuffate segrete per mantenere un’immagine “perfetta” agli occhi degli altri.

Disturbo Evitante di Personalità (DEP): il forte senso di inadeguatezza e la paura del giudizio possono portare a relazioni problematiche con il cibo, tra isolamento sociale e abbuffate solitarie.

Questa comorbidità che esiste tra DCA e disturbi della personalità ha profonde implicazioni anche sulla terapia. Molti trattamenti per i disturbi alimentari si concentrano sulla dieta e sulle abitudini alimentari, trascurando le radici psicologiche profonde del problema. Affrontare anche i tratti di personalità disfunzionali può rendere il trattamento più efficace e prevenire le ricadute.

Questo è il motivo per cui vi sono alcune terapie che dovrebbero sempre essere incluse nel piano di trattamento dei pazienti che soffrono di disturbi alimentari associati a disturbi della personalità. Tra questi ne citiamo in particolare quattro. Innanzitutto la Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT) e la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) che rappresentano strumenti preziosi per i pazienti che presentano tratti borderline o impulsivi. Poi vi è la Terapia Schema-Focused che aiuta chi lotta con perfezionismo e rigidità eccessiva. E infine le terapie basate sulla regolazione emotiva che sono fondamentali per chi usa il cibo come valvola di sfogo emotivo.

Capire il legame tra disturbi della personalità e disturbi alimentari significa smettere di vedere il cibo come il vero problema e iniziare a lavorare sulla mente e sulle emozioni. Il primo passo? Un approccio terapeutico che guardi alla persona nella sua interezza.

Se questo argomento ti interessa, condividi il post e aiutaci a sensibilizzare su questa connessione ancora troppo poco considerata!

Curare la bulimia con le App?

curare la bulimiaImage ©: Almaviva

Negli ultimi anni, il panorama della salute mentale ha visto una crescente integrazione della tecnologia digitale, in particolare attraverso lo sviluppo di applicazioni dedicate alla gestione di disturbi alimentari come la bulimia nervosa. Queste app rappresentano strumenti innovativi che possono supportare sia i pazienti sia i professionisti sanitari nel percorso di cura. Tuttavia, è fondamentale analizzare con spirito critico i vantaggi e i limiti di tali soluzioni per comprendere il loro reale impatto terapeutico.

Le app per la terapia della bulimia offrono una vasta gamma di funzionalità, tra cui il monitoraggio dei pasti, il tracciamento delle emozioni e dei pensieri, esercizi di mindfulness e tecniche di gestione dello stress. Alcune applicazioni includono anche programmi di terapia cognitivo-comportamentale (CBT), considerata il trattamento d’elezione per la bulimia. Attraverso esercizi guidati e strumenti interattivi, le app possono aiutare i pazienti a identificare i trigger emotivi che portano agli episodi di abbuffate e purghe, promuovendo strategie per affrontarli in modo più sano.

Un vantaggio significativo di queste app è la loro accessibilità. La possibilità di accedere a risorse terapeutiche in qualsiasi momento e luogo offre un supporto costante, che può essere particolarmente utile nei momenti critici. Inoltre, molte app sono progettate per essere utilizzate in collaborazione con un terapeuta, migliorando la comunicazione e il monitoraggio dei progressi. Questo approccio integrato consente una personalizzazione del trattamento, adattandolo alle esigenze specifiche di ogni individuo.

Tuttavia, ci sono anche limiti e sfide da considerare. Una delle principali criticità riguarda la validità scientifica delle app disponibili. Non tutte le applicazioni sono basate su evidenze cliniche solide, e l’assenza di regolamentazione nel settore può portare alla diffusione di strumenti inefficaci o potenzialmente dannosi. Pertanto, è essenziale che i pazienti scelgano app sviluppate in collaborazione con esperti del settore e validate da studi scientifici.

Un’altra questione importante è la privacy dei dati. Le app per la terapia della bulimia raccolgono spesso informazioni sensibili sui comportamenti alimentari e sullo stato emotivo degli utenti. Garantire la sicurezza e la riservatezza di questi dati è fondamentale per proteggere la privacy degli utenti e prevenire possibili abusi.

Inoltre, nonostante i loro benefici, le app non possono sostituire il ruolo di un professionista qualificato. La bulimia nervosa è un disturbo complesso che richiede un approccio multidisciplinare, includendo terapia psicologica, supporto nutrizionale e, in alcuni casi, trattamento farmacologico. Le app possono essere uno strumento complementare, ma non dovrebbero mai rappresentare l’unica forma di trattamento.

Un ulteriore limite riguarda l’adesione e l’efficacia a lungo termine. Molti utenti tendono a utilizzare le app solo per brevi periodi, interrompendo il percorso prima di ottenere benefici significativi. Ciò evidenzia la necessità di progettare applicazioni che incentivino l’engagement e la motivazione degli utenti nel lungo periodo.

In conclusione, le app per la terapia della bulimia rappresentano una promettente innovazione nel campo della salute mentale, offrendo supporto e risorse accessibili a chi ne ha bisogno. Tuttavia, è essenziale utilizzarle con consapevolezza, integrandole in un piano terapeutico strutturato e monitorato da professionisti. Solo attraverso un approccio equilibrato e informato è possibile sfruttare al meglio il potenziale di queste tecnologie per migliorare la qualità di vita delle persone affette da bulimia nervosa.