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Zolpidem e abbuffate notturne

Image ©: Mizianitka
I disturbi alimentari sono spesso associati alla luce del giorno, ai pasti saltati o alle abbuffate nascoste. Ma esiste una realtà ancora poco conosciuta che si consuma nel silenzio della notte: il night eating, ovvero le abbuffate notturne. E, quando questo fenomeno si intreccia con l’uso di farmaci come lo zolpidem, i rischi aumentano esponenzialmente.

Lo zolpidem è uno dei sonniferi più prescritti al mondo. Utilizzato per combattere l’insonnia, agisce rapidamente inducendo il sonno, ma può avere effetti collaterali inquietanti, specialmente se usato a lungo termine o senza il controllo medico adeguato. Tra questi effetti, il più allarmante è il comportamento automatico notturno: camminare, abbuffarsi, e perfino guidare mentre si è in uno stato di semi-incoscienza. In particolare, il legame tra zolpidem e abbuffate notturne è poco conosciuto in Italia.

Nel caso delle abbuffate notturne, infatti, il confine tra bisogno fisiologico e comportamento patologico si fa più sfumato. Le persone che soffrono di Night Eating Syndrome (NES) avvertono un impulso incontrollabile a mangiare durante la notte, spesso senza nemmeno rendersene conto. Quando questa sindrome è scatenata dall’assunzione di zolpidem, la situazione si complica: la persona può consumare grandi quantità di cibo in stato di amnesia, svegliandosi il giorno dopo senza averne alcun ricordo, solo con tracce evidenti — confezioni vuote, cucina in disordine, o sensazioni di nausea e vergogna. Il rischio aumenta nel sesso femminile, quando allo zolpidem si associano altri psicofarmaci quali antidepressivi o alcuni neurolettici e quando viene assunto a dosaggi superiori a 10 mg.

Perché si crea questa combinazione esplosiva? Lo zolpidem altera il ciclo sonno-veglia e riduce le barriere cognitive che normalmente ci impediscono di agire sugli impulsi più automatici. Chi già convive con disturbi del comportamento alimentare o con una fragile regolazione emotiva è particolarmente vulnerabile. Il bisogno emotivo di cibo, normalmente “controllato” durante il giorno, può esplodere senza freni nelle ore notturne, trasformando il sonno in un incubo di cui spesso non si ha memoria.

Le conseguenze? Oltre all’aumento di peso non controllato, chi vive episodi di night eating sotto l’effetto di zolpidem può sviluppare problemi metabolici seri, aggravare la propria autostima già compromessa, e alimentare un ciclo di ansia, colpa e restrizione alimentare diurno. Questo peggiora ulteriormente il disturbo alimentare di base o rischia di scatenarne uno, creando una spirale difficile da interrompere. La situazione è talmente seria che recentemente la FDA statunitense ha emesso una nota specifica a proposito del rischio che la prescrizione di sonniferi possa scatenare disturbi alimentariscatenare disturbi alimentari.

Come intervenire? La prima arma è la consapevolezza. Se ti accorgi di mangiare durante la notte senza ricordarlo, o se noti segnali sospetti, parlane subito con un medico. Non sospendere mai lo zolpidem da sola: l’interruzione brusca può causare sintomi di astinenza severi. È fondamentale costruire un percorso personalizzato che affronti sia l’insonnia che il disturbo alimentare, magari attraverso un mix di terapia cognitivo-comportamentale, interventi nutrizionali mirati e, se necessario, una revisione farmacologica.