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Si chiama Nadia Accetti ed è una giovane attrice romana.
Insieme ad alcune amiche del mondo dello spettacolo ha fondato una associazione senza fini di lucro destinata alla valorizzazione delle forme femminili mediterranee.
Scopri tutto quello che c’è da sapere sulla bulimia: sintomi, cause psicologiche, conseguenze fisiche e percorsi di cura. In questa sezione trovi articoli di approfondimento pensati per aiutare a riconoscere e comprendere questo disturbo alimentare complesso, con informazioni utili per chi ne soffre e per familiari o amici che vogliono offrire supporto.
Si chiama Nadia Accetti ed è una giovane attrice romana.
Insieme ad alcune amiche del mondo dello spettacolo ha fondato una associazione senza fini di lucro destinata alla valorizzazione delle forme femminili mediterranee.
Photo©:Cinderella History
“…Prima di vomitare, legati i capelli.
Eventuali tracce di vomito nei capelli sono per gli altri un segnale inequivocabile di quello che fai…”
No, non all’Isola dei Famosi. Ma in televisione per parlare della propria malattia.
Ho ricevuto poco fa una richiesta dalla redazione della trasmissione televisiva Sabato & Domenica (RAI-DUE) con cui ho collaborato in passato e che giro a tutti voi.
EDNOS è un acronimo, una parola cioè che è formata dalle iniziali di altre parole che compongono una parola nuova.
In questo caso: Eating Disorder Not Otherwise Specified, ovvero: Disturbo Alimentare Non Altrimenti Specificato.
Photo©: Belljar
Cara anoressia, ti scrivo…
Così potrebbe cominciare una lettera scritta alla vostra malattia. L’avete mai fatto?
Sì, intendo dire proprio questo, scriverle una lettera. Proprio come la si scriverebbe ad una persona vera.
“…La mia esperienza con l’autoritratto è nata per caso, almeno apparentemente.
Lavoravo come modella, ed ero abituata ad essere ritratta e a guardarmi attraverso gli occhi di altri.
Foto volutamente perfette, dove il corpo doveva evocare l’idea del bello e suscitare il desiderio di avere un certo abito o una certa macchina, doveva vendere cioè una suggestione.
Photo©: Istituto Ciechi Milano
Completamente al buio, sì. Accompagnati ai tavoli da guide non vedenti e serviti da camerieri ciechi.
Sembra una follia, e invece accade ogni secondo mercoledì a Milano, in pieno centro.
Vorrei raccontarvi la mia storia. Tutto è incominciato all’età di 17 anni
quando un ragazzo mi lasciò. La prima cosa che ricordo è una febbre altissima.
Non mangiavo perché la febbre mi aveva fatto scomparire del tutto la fame.
Ma alla fine, quando tutto sembrava essere finito, passai un’intera giornata a guardarmi allo specchio e poi mi dissi: “Però!?! sono dimagrita senza mangiare, perché non continuare?”
“…lo odio, ma ormai è dentro di me e devo decidere cosa fare di lui che mi è rimasto dentro.
Chi è stato lui per me? Dove stava il buono? Il mio amore per lui era reale? La mia gratitudine ha un fondamento?
Queste sono le domande cui devo ancora dare una risposta.
“La volta che il mio terapeuta mi regalò un corto kimono di seta rossa, delicatamente avvolto in carta profumata, sapevo a cosa stavo pensando.
Sapevo che era un attillato kimono di seta. Ma era il mio terapeuta che me lo stava regalando. Se il kimono era sexy, allora la nostra relazione era veramente illecita, e lui quindi era mentalmente poco equilibrato.